mercoledì 15 settembre 2010

3-4-5 settembre Valtopina (PG)

XII MOSTRA DEL RICAMO A MANO E DEL TESSUTO ARTIGIANALE - VALTOPINA 3-4-5- SETTEMBRE 2010





Grazie alla signora Maria Mancini (presidente della pro loco ) e ai suoi collaboratori che hanno organizzato questa XII mostra con professionalità e competenza , offrendo la possibilità a tanti professionisti del settore tessile artigianale di scambiarsi conoscenze e valorizzare il loro lavoro.

Ecco qui alcune foto della mostra di macchine per cucire antiche.














domenica 7 febbraio 2010

Articolo pubblicato sulla rivista D'A

L’intervista


UN MUSEO PER
FILOTTRANO, CAPITALE
DELL’ABBIGLIAMENTO


Un grosso, antico paesone è Filottrano, nel retroterra anconetano,
fatto anche di bei palazzi eretti lungo i secoli, con una struttura
urbanistica, a quel che ancora si legge, con tracce medioevali.
Bello, tutto sommato, lo è, come altri ve ne sono nelle Marche:
ma il suo centro storico, come dire, sonnecchia e fa dire di
quanto ben di Dio è sprecato nel nostro paese, forse lì lì per crollare
tutto, chissà...?, perché pare aver perduto nella sua vita
presente l’essenza esistenziale quale doveva certamente avere in
passato quando regnava l’agricoltura.
Mi ha fatto andare a Filottrano una piccola accuratissima
mostra vista attorno a ferragosto alla mostra dell’antiquariato e
artigianato a Ostra, un appuntamento fisso negli anni, una bella
passeggiata per quel che era in passato Montalboddo, anch’esso
un po’ sonnacchioso anche se un po’ meno di Filottrano. Ho
conosciuto così un interessante operatore artigianale, un tecnico
qual è Gustavo Boresta che ha organizzato in trasferta la piccola
mostra a Ostra. Boresta non è soltanto uno straordinario collezionista
di macchine da cucire, ma ha un bel mestiere e con un
suo negozio-laboratorio segue sarti, aziende nella manutenzione
degli strumenti di lavoro, nel loro aggiornamento, nelle riparazioni,
nel cambio delle macchine, e così via... Quindi, come collezionista,
è un vero e proprio esperto a livello internazionale.
La sonnolenza di Filottrano l’ho colta anche da Gustavo Boresta,
rassegnato parrebbe per quanto ami il suo luogo, che tiene i
suoi tesori in recessi di fortuna, a cui nessuno dà retta per la sua
straordinaria raccolta, perché non c’è spazio per contenerla – si
dice – in questo paese addormentato. Eppure non è una collezione
maniacale, ma entra nell’attività produttiva – straordinaria
anch’essa – dell’abbigliamento, la riflette, ne è in qualche modo
l’insegna gloriosa. Non a caso la raccolta è nata qui, in questa
capitale dell’abbigliamento che si realizza non certo nel centro
storico del paese ma nelle parti vitali periferiche magari anche
brutte, ma che non abbiamo visitato. Una raccolta nata grazie a
un piccolo ma ferrato imprenditore che ha rapporti con esperti
del settore di tutto il modo.
Tanto per dire: nel mese di giugno si è svolta a Filottrano, nella
splendida villa secentesca Spada, una impegnativa manifestazione
dedicata alla moda: “100 finestre”, nata con l’intenzione di
una promozione internazionale del sistema moda marchigiano.
Erano presenti 47 imprese marchigiane del fashion, e gli operatori
stranieri del settore erano 80 venuti da Cina, India, Giappone,
Francia, Hong Kong... Molta componentistica delle più
grandi maison internazionali proviene da Filottrano. Sonnecchiosa
non è dunque, al vero, lo è solo il suo inutilizzato centro
storico che dovrebbe essere, invece, la vetrina bella del centro
produttivo, magari riservando un posto d’eccellenza alla raccolta
unica al mondo di quel baldanzoso cinquantenne in coupés
rosso e bianco d’epoca, qual è Gustavo Boresta.
Sentiamo come egli risponde ad alcune nostre domande.

Da quando è iniziata la sua collezione?
La passione da subito, non posso dare una data: mentre la collezione
è iniziata nel 1975. Attualmente è composta da 250 macchine
funzionanti.

Quali ditte sono le produttrici rappresentate, di quali paesi del
mondo?

Sono diverse: Biesolt & Locke (Germania) – Borletti (Italia ) –
Bianchi (Italia) – Bobbin (Olanda) – Csepel–Werk (Ungheria) –
Dobbie (Australia) – Durkopp (Germania) – Elna (Svizzera) –
Fischer–Mewa (Germania) – Singer (America) – Necchi (Italia) –
Pfaff (Germania) – Opel (Germania ) – Husqvarna (Svezia) –
Wanzer (Inghilterra) – Peugeot (Francia ) – Wheeler & Wilson
(America) – Vesta (Germania) – Mercedes (Germania) –Willcox
& Gibbs (America) – New Home (America) – Howe (America) –
Messerschmitt (Germania) – Moldacot (Inghilterra) – Janome
(Giappone) – Seidel & Naumann (Germania) – Strobel (Germania)
– Wertheim (Germania) – Vigorelli (Italia) – Cornely (Francia)
– Umc (Romania) – Haid & Neu (Germania) – Mauser Special
(Germania) – Junker & Ruh (Germania) – Frobana (Francia)
Richard Knoch Brd (Germania) – White Rotary (America)
– Jones (Inghilterra), e altre ancora.

C’è un paese che è stato il primo a produrre questo tipo di strumento
di lavoro?

Il primo che ha costruito una vera e propria macchina da cucire
è stato Howe in America (ha brevettato la prima macchina punto
catenella), ma prima di lui altri a partire dal 1790 (in Inghilterra
prima, in Francia poi) hanno fatto dei prototipi poco pratici e
funzionali con molte componenti in legno.

Quali sono i limiti cronologici: la più antica, la più recente che
possiede?

Haid & Neu del 1860, modello regina Margherita (Germania) è
la più antica, la Umc del 1971 modello Ileana (Romania) la più
recente.

Quali sono le ditte che ancora producono oggi al mondo?
Janome è la più importante nel settore delle macchine casalinghe.

Quali sono le caratteristiche tecniche che hanno caratterizzato
l’evoluzione di questo strumento del cucito?

Le prime macchine venivano da una fusione di ghisa poi rifinita,
mentre le parti in movimento (in ferro), venivano lavorate a
mano singolarmente, tanto è vero che difficilmente, fino al 1900
circa, le parti si potevano intercambiare. Di conseguenza le varie
parti delle macchine erano essenziali nelle forme e nei movimenti.
Dopo il 1900 sono state costruite macchine per la lavorazione
del ferro più precise, quindi anche le macchine per cucire hanno
usufruito di questi macchinari, i pezzi erano più precisi e la
costruzione dei singoli pezzi era più veloce. Sono stati poi sperimentati
altri tipi di cucitura come ad esempio lo zig–zag, per
arrivare a oggi dove le macchine per cucire vengono costruite in
serie con macchinari a controllo numerico robotizzati, di conseguenza
tutte perfettamente uguali. Negli ultimi anni, con l’avvento
dell’elettronica aggiunta alla meccanica, si possono eseguire
infinite varietà di cuciture, disegni e ricami di ogni genere con
pochissimo lavoro, ma nulla è cambiato sul principio di base
della cucitura, dove un ago penetra nel tessuto e dopo due millimetri
circa nella risalita verso l’alto il crochet prende il filo dell’ago
formando così il nodo. Una caratteristica tecnica aggiunta
sulle macchine industriali, che devono lavorare molte ore, è un
dispositivo che taglia il filo al termine della cucitura, la pompa
per l’olio che lubrifica le parti in movimento onde evitarne l’usura
degli organi, cosa che le antenate non avevano: l’olio veniva
versato a gocce in appositi fori con una ampolla.

Quali sono le caratteristiche estetiche che caratterizzano questi
strumenti dal loro apparire, dalla metà del XIX secolo, ad
oggi, dalla ornamentazione al design?
Certamente le prime macchine, essendo costruite (interamente
in ghisa e ferro) singolarmente a mano, costavano molti denari e
solo i nobili potevano permettersi un oggetto tanto costoso quanto
utile per creare i loro capi di abbigliamento e in linea con l’arredamento
e lo stile di una abitazione signorile (dove questi
palazzi dimostravano il grado di cultura e potenza economica
raggiunto pareti e soffitti erano decorati con stucchi di ogni
genere, motivi floreali e dipinti). Una macchina da cucire
anch’essa parte dell’arredamento non poteva essere certo da
meno, ecco quindi le macchine decorate con motivi floreali
dipinti, di personaggi dell’epoca, anche con inserimenti di
madreperla per impreziosire ancora di più la macchina, inserendosi
così nel contesto dell’arredamento in maniera eccelsa.
Dopo la prima guerra mondiale comincia l’industrializzazione, dove è
importante produrre a basso costo per poter avere una più vasta
clientela che possa acquistare questo strumento per cucire.
Ancora di più dopo la seconda guerra mondiale, quando diventa
importante vendere quante più macchine possibili a un costo
sempre minore aggiungendo materiali plastici più economici e
togliendo i motivi ornamentali. Si perdeva così il buon gusto
della macchina decorativa perché si ricercava piuttosto la praticità
di colori semplici e linee essenziali come anche nell’arredamento
delle abitazioni.

Quante e quali sono le persone che assiste come tecnicoesperto
del settore nel territorio di Ancona, e magari oltre?
Le aziende che seguo con l’assistenza tecnica e anche con la
vendita sono nel settore della pelletteria, capo spalla (giacche),
pantaloni, abiti da lavoro, e un poco nel settore della
maglieria tra cui anche una scuola (istituto professionale) dove
si insegna a fare i modelli, tagliare e cucire, per un totale di
circa 40 aziende.
È ottimista che possa esserci una ripresa nell’interesse al cucito
con queste macchine di ultima generazione?
Certamente ci sarà una ripresa al cucito con macchine di ultima
generazione perché sono con motore elettrico, perciò il lavoro
non è faticoso. Esse danno poi molte possibilità di sviluppare la
fantasia creativa con infinite tipologie di cucitura, da quella semplice
allo zig–zag, ai ricami e a tante altre varietà.

Quale esemplare di macchina da cucire particolarmente interessante
vorrebbe avere e ancora non ha?

Non c’è un modello particolare: è chiaro che vorrei avere tutti i
marchi e modelli esistenti. Noto che essi rispecchiano sempre il
mutamento della società e della cultura contemporanea.

A quale paese appartiene la pubblicistica (libri, riviste, eccetera)
più cospicua in questo settore?

America, Inghilterra e Germania.

Quante collezioni di questo tipo conosce in Italia? E nel
mondo?
Di amatori molti, di collezionisti che oltre alla macchina guardano
anche al mondo che gira intorno, alla storia della macchina,
ai suoi accessori, al libro per le istruzioni, alle forbici, ai sistemi
di taglio e cucito, agli aghi e quant’altro, allora un collezionista
soltanto conosco di questo tipo, sta a Londra.

Conosce la questione degli incidenti sul lavoro femminile – o
anche maschile, io credo – con le macchine da cucire, specie
nelle aziende?

Nei laboratori dove si producono capi di abbigliamento è importante
sapere esattamente i costi imposti dal personale, dal costo
gestionale dell’azienda: segretarie, acqua, luce, gas, materiale di
consumo (carta, detersivi, sale per la caldaia vapore, aghi, coltelli,
ammortamento dei macchinari, eccetera). E con questa
cifra si devono coprire le spese gestionali della ditta e ricavi un
certo guadagno per la ditta. Essendo un lavoro a catena, perciò
ripetitivo, l’operaio costantemente ripete le stesse operazioni nel
minor tempo possibile (non a caso esistono corsi professionali
dove si studia il metodo per eseguire il pezzo nel minor tempo
possibile). Eseguendo per giorni, settimane, mesi e anni, si è a
volte convinti che il lavoro si possa fare in modo quasi meccanico
mentre la mente vola via verso i problemi di salute, amorosi,
familiari e altro. Personalmente ho riscontrato che i giorni di
lunedì e venerdì sono i giorni più a rischio di incidenti. A poco
servono sistemi di sicurezza vari apportati alle macchine.
E non ci sta bene un bel posto per un mondo così affascinante
come questo, il più bel posto del centro storico di Filottrano? Si
sveglino amministratori, banche e industriali del luogo!

Gian Carlo Bojani




Per chi desidera vedere l'articolo in versione integrale, incluse le foto, può andare a questo link,
l'articolo si trova alle pagine 47 e 48.

http://www.giftfair.info/emil/riviste/online/da/ico_78.pdf

mercoledì 27 gennaio 2010

Filmato che e andato in onda su Tv CentroMarche, nel quale si vede la mostra svolta a Filottrano (Ancona) nel 2009.

In attesa della prossima mostra, godetevi questo video.

lunedì 25 gennaio 2010

Archivio macchine per cucire
















Wheeler & Wilson

Questa è una bellissima macchina americana, la sua particolarità è che trasporta il tessuto in orizzontale.

























Questa è una macchina per cucire tascabile, con la spola più piccola del mondo.
E stata prodotta in Inghilterra, con il nome Moldacot.












Le macchine per cucire - lavoro e passione

Ciao a tutti !

Sono Gustavo Boresta, abito a Filottrano nella provincia di Ancona.
Lavoro come tecnico per la riparazione e vendita di macchine per cucire casalinghe e industriali.
Nel tempo ho collezionato molte macchine per cucire di vari modelli, marchi e paesi diversi, alcune di loro molto particolari.
Ho deciso di aprire questo blog per poter condividere con chi è interessato questa mia passione, qui potete trovare notizie su macchine di ieri e di oggi, foto, eventi e inoltre potete scrivermi per informazioni.